L’avvocata
Relazioni tossiche: come evitare di cadere nella trappola
Dal sondaggio che abbiamo creato e condiviso, a cui hanno risposto quasi 300 persone, è emerso che il 78 per cento degli intervistati ha avuto un rapporto che, in qualche modo, l’ha fatto stare male sia in ambito amicale sia in ambito familiare, ma soprattutto in ambito amoroso. Perciò abbiamo ritenuto interessante ascoltare il parere di Silvia Lorenzino, avvocata, co-fondatrice e già presidente del Centro Antiviolenza Svolta Donna e presidente della Commissione Diritti e Pari Opportunità del Comune di Pinerolo. A lei abbiamo chiesto una definizione di “relazione tossica”: «È una relazione in cui le parti non stanno bene. Si tratta di relazioni che, in qualche modo, sono tutte accomunate da uno stesso elemento: la violenza, che può avere sia carattere psicologico che fisico». Lorenzino spiega che «la violenza è prevaricazione, è imposizione del proprio volere sull’altra persona» ed è questa prevaricazione che indebolisce le relazioni e fa soffrire le persone. Quando questo atteggiamento si manifesta in questioni irrilevanti, «può non essere corretto ma è accettabile, poiché è normale avere caratteri diversi. Diventa pericoloso quando una persona si autoannulla o viene annullata».
Le relazioni tossiche non sono soltanto quelle “assolute”, in cui sono presenti la violenza fisica e l’aggressività, ma anche quelle che Lorenzino definisce «subdole, poiché sono culturalmente orientate, in cui uno dei due non fa ciò che vuole ma fa ciò che pensa che l’altra persona desideri». Questo accade, ad esempio, quando ci si aspetta che le donne debbano necessariamente stare a casa ad accudire i bambini (mentre magari vorrebbero fare carriera) o che gli uomini debbano per forza lavorare per mantenere la famiglia (mentre magari vorrebbero accudire i propri figli).
Lorenzino continua affermando che in una sana relazione è necessario «il rispetto» e che «tutte le parti abbiano delle aspirazioni e cerchino di raggiungere i propri obiettivi indipendentemente da cosa si aspettano la società e il partner». Ciò non vuole dire essere egoisti, anzi, «è fondamentale trovare dei compromessi, attraverso il dialogo, che però siano davvero equi, e soprattutto reciproci. Sotto questo punto di vista sono fiduciosa per il futuro, perché i ragazzi più giovani hanno la possibilità di introiettare un modello culturale più paritario».
Matteo Dimartino
«In una sana relazione
è necessario il rispetto
e che tutte le parti
abbiano delle aspirazioni
e cerchino di raggiungere
i propri obiettivi, indipendentemente
da cosa si aspettano
la società e il partner»
Silvia Lorenzino, avvocata,
CO-FONDATRICE E GIÀ PRESIDENTE
DI SVOLTA DONNA