La professoressa
L’ arte genera sentimenti anche dietro a una cattedra
Come si declina il tema della comunicazione in ambito artistico? E come si può comunicare con i giovani attraverso l’arte? La professoressa Barbara Derro insegna Storia dell’Arte al Liceo Artistico Michele Buniva di Pinerolo. Fin da piccola ha sempre avuto la passione per l’insegnamento, ispirata soprattutto dal padre, docente di Diritto ed Economia. In lei cresceva questo interesse giocando con la cartella e con la lavagna del papà. «Da giovane adulta, ho avuto la fortuna di incontrare lungo il mio cammino una professoressa che ha fatto accendere la miccia per la storia dell’arte».
Oggi, per spiegare ai ragazzi, utilizza alcune citazioni degli Espressionisti tedeschi, in particolare ama portare in classe la metafora del ponte: «Mi piace immaginare l’insegnamento come un ponte che si crea tra me, che sto dietro a una cattedra, e gli allievi dietro a un banco, un ponte di empatia e lavoro di squadra, in cui ci siano scambi reciproci. Io trasmetto agli studenti quello che ho studiato e imparato sulla materia, e gli allievi, a loro volta, mi insegnano cose nuove».
Studiare storia dell’arte significa imparare a guardarsi intorno e a osservare il mondo con occhi nuovi, ma anche con un occhio critico, ma non vuol dire soltanto questo, vuol dire anche mettere tutto in discussione, soprattutto nell’arte contemporanea e anche in temi riguardanti la società e l’attualità. Aiuta ad allenare i nostri occhi e a renderli più attenti anche alle piccole cose.
L’artista che ha comunicato di più alla professoressa Derro è Vasilij Kandinskij, pittore russo tra i fondatori della pittura astratta, vissuto tra la fine del Diciannovesimo secolo e gli inizi del Ventesimo secolo. Oltre a essere pittore, era anche un teorico e scrisse molti testi filosofici, tra cui quelli che parlano di spiritualità nell’arte. «Mi ha sempre colpito una sua frase: “Ogni opera d’arte è figlia del suo tempo, ma è anche madre dei nostri sentimenti”. L’arte è figlia di un periodo storico e di un suo contesto, ma è anche la madre dei nostri sentimenti perché ci fa provare delle emozioni, ci fa commuovere, ci fa arrabbiare o ci fa innamorare. Se consideriamo l’arte a 360 gradi, ovvero una sfera che comprende non soltanto l’arte figurativa, ma anche arti come il cinema, la musica e la fotografia, comunicare in questo modo è possibile».
Durante l’intervista, intervengono due studentesse: «L’arte per noi è anche casa perché è sempre stata alla base della nostra conoscenza, e quindi ci aiuta in ogni situazione».
Comunica di più l’arte moderna o quella antica? «Non c’è un periodo che comunichi e un altro di meno. L’arte, nel momento in cui si è sviluppata, è sempre stata contemporanea. Non si possono mettere a confronto età ed epoche diverse che appartengono a contesti differenti».
Che cosa pensa degli attivisti che imbrattano le opere d’arte per porre l’attenzione sul tema dell’ambiente? «Fare violenza su un’opera d’arte è come fare violenza su un essere indifeso che è patrimonio di tutti».
Angelica Mallia, agnese Triberti, Christian Petrini, Mauro Avigliano